Rovine: per chi ama la vera paura
Nove giovani si incontrano nelle assolate spiagge di Cancun, si stanno godendo una lunga e meritata vacanza prima di affrontare, chi l’Università chi il mondo del lavoro. Due coppie di fidanzati statunitensi, un tedesco e tre greci. Tutti simpatici, esuberanti e con una gran voglia di vivere. Un giorno Mathias decide di andare a rintracciare il fratello, con cui giorni primi ha litigato, il quale si è recato in zona archeologica: gli amici occasionali decidono di dargli una mano. Partono in sei: Jeff, Amy, Eric, Stacy, Pablo e Mathias naturalmente. Una giornata speciale da vivere come una piccola avventura: il viaggio è breve, un’oretta in un pullman climatizzato, una ventina di chilometri in una strada sterrata con un taxi e infine una breve marcia in un sentiero di appena tre chilometri immerso nella giungla. Sicuramente in serata saranno di ritorno all’albergo e dopo una bella doccia potranno godersi un Margherita. Semplice vero ragazzi? Sicuri? Era da tanto tempo che non mi capitava una libro dove l’orrore si insinua lentamente, lentamente tra le righe. Una tranquilla collinetta, con verdi liane con fiori rossi che si divertono a torturare fisicamente e psicologicamente questi, forse fin troppo ingenui, ragazzi. Sono in trappola, non possono andarsene, altri uomini, ai margini della collina, glielo impediscono ma non perché devono essere vittime sacrificali a chissà quale divinità, no è solo forse per legittima difesa. La loro unica speranza è che i due amici greci rimasti in albergo partano alla loro ricerca. Ma arriveranno? Mi è piaciuto molto anche per il fatto che non trovi stereotipi come il vigliacco o il traditore o il supereroe: certo sono essere umani è di tanto c’è chi ruba una piccola dose del poco cibo già razionato. Sono ragazzi, non abituati ad affrontare grosse difficoltà, ma si ingegneranno, lotteranno per la propria sopravvivenza, si aiuteranno, si cureranno vicendevolmente, nonostante ognuno di loro debba fare i conti con le proprie angosce e paure. Verrà affrontato, con molta delicatezza, un vero tabù per l’essere umano. Un vero capolavoro del genere horror (non capisco perché sulla copertina lo abbiano definito thriller). Leggendo i commenti su IBS vedo che alcuni lettori, pur assegnando il massimo dei voti, fanno un piccolo appunto sul finale: un romanzo così impostato non poteva avere un finale così. Una sola speranza: mi auguro che affidino la trasposizione cinematografica ad un grande regista: ci vedrei molto bene un John Carpenter.