Recensione di LAZZARO, VIENI FUORI
Primo incontro con lo spumeggiante Pinketts, scrittore veramente originale e divertentissimo.
Chiariamo subito una cosa: Pinketts non scrive thriller tradizionali, e forse i suoi libri non sono neppure thriller perchè la tensione - vista la quantità di battute inserite nel testo - è praticamente assente.
Nonostante questo, ci sono morti e scorrettezze tipicamente gialle per non dire noir, che Pinketts prende a pretesto per far scorrazzare la sua penna veramente estrosa e abilissma nel giocare con le parole.
Un Joe Lansdale italiano, creatore quindi di storie sempre sopra le righe e a tratti bizzarre, che però si differenzia dallo scrittore texano per due cose: una maggiore capacità di usare le parole per sottilissimi numeri di acrobazia letteraria, e una cultura nettamente superiore che gli permette citazioni dotte e una maggiore riflessività.
Questo primo episodio della saga di Lazzaro Sant'Andrea è carino, a tratti davvero esilarante, e se letto senza attendersi una trama spettacolosa (qui c'è appena la sufficienza) o intrecci particolarmente studiati sicuramente piacerà e sorprenderà.
Un numero colossale di battute (a volte forse esagera, però va detto che questo Pinketts ha un'arguzia veramente notevole) e alcuni passaggi riflessivi davvero molto riusciti.
Il libro più ripieno di vanità ed ego che abbia mai letto.
Pinketts, tramite il suo alter-ego Lazzaro, ci tiene a far vedere quanto si consideri figo e intelligente e la sua prosa è una vera eruzione di testosterone e gigioneria.
Ma in fondo non irrita, perchè il soggetto è davvero una sagoma.
Ricordi giovanili, gaudente malinconia, paura di vivere una vita seria e grigia, violenza, giochi di corteggiamenti multipli.
Un romanzo breve ambientato nella splendida montana Bellamonte, località del Trentino molto più che ridente.
Sì, è bravo.
Un po' assurdo.
E mi piace.
Sì sì.
VOTO 8-
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Pillole Pinkettsiane:
Scena al bar, con una sua ex di dieci anni prima:
"Annamaria devo andare, quanto ti devo?"
"Me lo pagherai la prossima volta."
Soffrii nel dirle: "Non so se ci sarà una prossima volta."
Fu meravigliosa. La frase che uscì dalle sue labbra, che avevo molto baciato, fece in modo che le altre donne che avevo incontrato a Bellamonte si tirassero indietro, per non sentirsi, in quel momento, di troppo nella mia vita.
"Lazzaro, con te c'è sempre un'altra volta."
Le mandai un bacio, quel genere di bacio per cui la "luce rossa" non può essere che il sangue di un sole a cui si è tagliato un raggio al tramonto.
Stupenda.
Il pomeriggio, galante, cedeva il passo alla sera precoce. Il buio autunnale, eiaculazione prematura della notte, si affacciava alle cinque del pomeriggio.
(dunque non sono l'unico a scrivere certe delicate porcate
)
Aveva profondi occhi nocciola che dicevano "Sono contenta di averti conosciuto adesso...", occhi che però aggiungevano, prima che tu addomesticassi l'atmosfera, ... "Anche perchè mi stavo rompendo le scatole."
Ce ne sono altre seimila.
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Sto pensando che in fondo ci ho tenuto parecchio, a leggere queste 170 pagine. 4 giorni, quasi incredibile.
A tal proposito ieri mi messaggia una tipa per chiedermi se ho finito Pinketts e mi fa:
- Allora, questo Lazzaro è venuto fuori o no?
- No, l'ha messa in cinta.
Ok, ok... ho capito, me ne vado subito.
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Amministratore di EmozionaliA...
parole che scaldano il Blu
Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. [Modificato da Bad Desire 08/12/2004 22.48]