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Alcune riflessioni sparse (e certamente non richieste) sull’Arte…

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2012 10:51
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19/04/2012 10:51
 
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Scattare una bella fotografia è un po’ come fare un gran gol nella partita di calcetto del mercoledì sera: c’è un sacco di gente in grado di farlo. Ma di Messi ce n’è uno solo, i fuoriclasse sono pochissimi, i grandi giocatori qualche decina (nel mondo), i buoni giocatori qualche centinaio. Tutti gli altri giocano a calcetto o davanti a un pubblico di parenti e amici.
Sono stufo di relazionarmi con gente piena di mezzi talenti: abbastanza brava in questo, quell’altro e quell’altro ancora, appena discreta in altri settori e drammaticamente carente in altri (ma… si sa: è un artista….. magari sono io che non capisco).
L’Arte è veicolare qualcosa di se stessi agli altri. Non solo quello, certo… Ma, se a uno spettacolo vengono cento persone, e queste cento persone sono tutti conoscenti: beh, quasi mi spiace farlo notare, ma forse quello spettacolo ha poco senso farlo: alle recite che facevo alle elementari c’era più gente. E basta con questa storia degli artisti incompresi! Per un Van Gogh, un John Keats, un Amedeo Modigliani ci sono migliaia di artisti capiti benissimo (e, nella maggior parte dei casi, rifiutati) dal proprio tempo! Chiamiamo questa gente con il loro nome: sono eccezioni. Splendide, inarrivabili… ma pur sempre mosche bianche. Anzi: è molto più frequente il caso inverso, quello dell’artista sopravvalutato (qualcuno ha detto Giuseppe Veneziano?). Fare soldi con l’arte è più facile di quello che dovrebbe essere. Non ci riesci? Forse hai un problema.
La vita bohemienne aveva (forse: non sono così vecchio da saperlo) senso nell’ottocento. Adesso è solo da sfigati.
Se nessuno s’incula i tuoi quadri… c’è una possibilità su dieci miliardi che tu sia il nuovo Van Gogh, una su un milione che tu sia troppo avanti per il tuo tempo, una su centomila che c’è un sacco di gente che apprezzerebbe la tua arte, ma tu non riesci a raggiungerla, una su tre che, semplicemente, i tuoi quadri non siano un granché. Cresci, Cristo!
E invece è tutto un gran darsi pacche sulle spalle a vicenda: “ma che bravi che siete!”, “io non capisco (“non capisco non capisco” canticchierebbe Elio) come la gente non vi capisca”, “ancora pochi concerti e sfondate, ne sono sicura”, “la tua interpretazione mi ha dato i brividi”… Non li sopporto più: i circoli autoreferenziali, i “gruppi di supporto per artisti incompresi”, i bar frequentati da gente che si da dell’ “artista” (solo) a vicenda, le mostre gratuite che uno le guarda e dice “vabbè…”, lo sguardo stupefatto dell’autore che scopre che non vuoi comprare il suo capolavoro a fumetti, l’incredibile arroganza di quelli intimamente convinti di essere artisti, e che magari hanno vinto un concorso di poesia alle medie, di quelli che si sono fatti fottere il cervello a forza di ricevere complimenti da gente addirittura più scarsa (o più illusa) di loro…. Mi da fastidio in modo assurdo, l’arroganza. Odio la gente che s’atteggia (è il motivo principale per cui non mi piace chi fuma), ma in special modo odio la gente che s’atteggia senza averne motivo (ché la copertina di “no smoking” di Sergio Caputo è bellissima).
Il GENIO è proprietà di pochissimi, e non è vero che tutti abbiamo qualcosa da raccontare… possiamo essere divertenti, simpatici, arguti…… ma non basta. Shakespeare era un genio, Salgari un ottimo narratore: ma di Salgari ne nascono pochissimi: ti prego, tu che stai leggendo, chiunque tu sia… molto probabilmente non sei il nuovo Salgari: non pensare di poter essere un altro Shakespeare!
Per mia fortuna ho conosciuto gente di talento in vari ambiti (fumetto, teatro, musica, pittura)…. ma ho conosciuto molta più gente convinta di essere bravissima in uno qualsiasi di questi campi, gente che, al massimo, potrebbe fare “moo with me” al caffè letterario.
E, sia chiaro: non guardo nessuno dall’alto in basso. Io non sono certo un artista (già: nemmeno di quelli con la “a” minuscola). Ma il prossimo che mi guarderà con l’aria sufficiente da “cosa vuoi capirne tu, della vita: io vivo d’arte” rischia di trovarsi una merda in mano. E non sarà una cosa alla Piero Manzoni, giuro!




errare è umano, ma io non erro mai perché ho la erre moscia

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